IL PERCHE’ DI open-A

IL PERCHE’ DI open-A

Anno 2018 inizia una nuova avventura a Forlì, a Verghereto e a Rocca San Casciano. Inizia una nuova avventura in Romagna, sperando di allargare a presto questi confini. Open-A è finalmente una realtà. Dopo incontri, proposte, dibattiti e confronti si è deciso che è il momento giusto di partire. Ma cos’è open-A ? Semplicisticamente verrebbe da dire che open-A è uno studio di Architettura. Forse, secondo la nostra visione e passione, è molto di più. Open-A innanzitutto è un gruppo di professionisti uniti dalla passione per l’Architettura. Sia per quella guardata e ammirata sui giornali, riviste, e  ricercata su internet nelle  pagine on-line dei vari siti, sia per quella prodotta come nostre esperienze professionali da oltre 10 anni sul territorio. Siamo 4 professionisti che hanno provato a lasciare un tratto nel nostro territorio in questi anni. Ed ora, accomunando le varie esperienze, si propongono come unica realtà, sintetizzando in un unico tratto le differenti individualità presenti. Da questo nasce open-A. Non solo un architetto , un tecnico al servizio del committente ma qualcosa di più. Non solo un professionista a disposizione del proprietario ma qualcosa di più. Non solo un lavoro, ma anche una passione. Per questo il nome “open”. Siamo aperti alle nostre e vostre passioni e non chiusi dentro linee convenzionali e imposte. Siamo aperti al confronto, alla discussione e alle scelte per una architettura aperta alla passione e non al conformismo. Il nostro non è uno studio tecnico, ma un laboratorio aperto alle idee sia nostre sia vostre. Per questo ci sentiamo “open”. A come architetti, A come architettura. La “A” rappresenta la nostra passione comune sulla quale ci confrontiamo tutti i giorni. Architettura vuol dire forme, colori e linee. L’architettura si abita mentre l’arte si guarda; questa è una differenza fondamentale. L’architettura è un’esperienza fisica e sensoriale perché ci si va dentro. (Ettore Sottsass) Tale affermazione ci rappresenta molto. La sentiamo nostra. Perché in questi anni non ci siamo fermati al disegno, alla parte concettuale dell’opera. Ma siamo andati sul concreto. Abbiamo quasi sempre realizzato l’opera. Opera come parte appunto sensoriale e fisica in cui ci si va dentro. In cui ci si abita se si stratta di casa. In cui ci si prende il caffè se si tratta di bar. In cui ci siede se si tratta di uno studio dentistico. In cui si cammina se si tratta di piazza. Questo è quello che intendiamo per “open-A”. Un laboratorio aperto di architettura, dove idee, disegni, cemento e cazzuola diventano realtà per uno spazio  non solo da vedere ma da vivere.

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